lunedì 4 marzo 2013

E' mancato Giuseppe Pederiali Cavaliere de Gran Gnoc


Ieri è mancato 
Giuseppe Pederiali,
tra i fondatori della Confraternita del Gnocco d'Oro

di Luca Bonacini




Fine narratore, interprete delle leggende e delle tradizioni padane, appena poteva tornava nella sua Finale. Ogni tanto gli telefonavo per chiedergli conferma di una ricetta, o di un piatto della sua amata Bassa modenese, e lui mi svelava la cucina della tradizione di sua mamma e sua nonna, e mi correggeva ma sempre in punta di piedi. Nei suoi libri non dimenticava mai di ricordarsi delle persone che aveva a cuore e dei progetti che portavano avanti nella sua terra di nascita: la gastronomia, i cocktail e i luoghi di James Bond, a cui aveva contribuito con un racconto breve su 007; la Confraternita del Gnocco d’Oro, di quest’ultima era stato uno dei fondatori partecipando al comitato scientifico. Nel suo volume “La Vergine Napoletana” ancora una volta aveva parlato della gastronomia dell’Emilia e aveva tirato dentro volutamente il gnocco fritto nella trama. Gli vogliamo rendere omaggio pubblicandone uno stralcio dal testo. Ciao Giuseppe !


“Rasserenato cambiò discorso: - Amici, cosa ci darete da mangiare d’ora in avanti?
-Solo focacce, da accompagnare alle caciotte-rispose Chiappino, tirando su con il naso.-Cos’altro possiamo fare con farina e strutto?
-farina e strutto?-Ripetè Giovanni. Trasalì sorridendo:-Ma per il gnocco fritto non occorre altro!
-Gnocco fritto? Mai sentito.
-Sulle montagne e nella pianura di Modena lo si mangia al posto del pane, alla mattina e nelle pause dei lavori in campagna …
Chiappino e Menechella, secondo le istruzioni di Giovanni Vezzani, impastarono la farina con acqua e latte d’asina, aggiunsero sale e una noce di strutto, e lavorarono a lungo per rendere l’impasto elastico. Dopo averlo lasciato a riposo per un ora, lo tirarono sottilissimo e rotondo. Infine lo tagliarono a losanghe. Prima di mettere le losanghe nella padella dove lo strutto caldo le aspettava, Menechella domandò a Giovanni, rimasto a dirigere le operazioni mentre Yusuf Ibn Gwasi riposava nella sua stanza:-Abbiamo dimenticato qualcosa?
-Forse l’aria di Po’ … ma credo che possa andare bene anche quella di mare.”

Giuseppe Pederiali
La vergine napoletana, 2009





Lo scrittore Giuseppe Pederiali
76 anni, è morto all'Ospedale Fatebenefratelli di Milano. Originario di Finale Emilia nel Modenese, Pederiali un mese fa era stato investito sulle strisce pedonali a Milano, dove viveva da tempo. Dal coma non si era mai ripreso. Prima di dedicarsi soltanto alla narrativa, Pederiali ha fatto molti mestieri, tra cui il marinaio, il programmatore di computer, il giornalista. Tra le sue opere più note, la trilogia fantastica formata dai romanzi "Le città del diluvio", "Il tesoro del Bigatto", "La Compagnia della Selva Bella". Con il volume di racconti "L'Osteria della Fola" aveva vinto il Premio letterario Piero Chiara nel 2002.
Al suo territorio, l'Emilia, era legato uno dei suoi personaggi più noti, l'ispettore Camilla Cagliostri, protagonista di thriller "Camilla nella nebbia", "Camilla e i vizi apparenti", "Camilla e il Grande Fratello". Al leggendario atleta carpigiano Dorando Pietri aveva dedicato il romanzo 'Il sogno del maratoneta' da cui è stata tratta una miniserie tv con Luigi Lo Cascio andata in onda un anno fa su Rai1. La sua ultima opera, il romanzo 'L'amore secondo Nula', parla del legame di affetto tra lo scrittore di Finale Emilia e il suo cane.

La Repubblica 4.03.2013

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