martedì 10 maggio 2016

I DISCEPOLI DELLA TIGELLA ROVENTE annunciato il nuovo volume della Confraternita in uscita a ottobre 2016


Anteprima autunno 2016
Un'altra missione per i Cavalieri della Confraternita del Gnocco d'Oro attraverso la tradizione modenese gastronomica più antica.
Un libro e un concorso per individuare i più accreditati professionisti della crescentina.

mercoledì 4 maggio 2016

L'ARMATA DEL MIRTILLO NERO DELL'APPENNINO, il nuovo book presto in libreria


Il nuovo progetto della Confraternita del Gnocco d'Oro:
L'ARMATA DEL MIRTILLO NERO
di Luca Bonacini
fotografie di Diego Poluzzi

Parliamo del Mirtillo Nero, il
Vaccinium myrtillus L, un piccolo arbusto spontaneo comunissimo nel sottobosco montano delle Alpi e degli Appennini, dove cresce tra i 900 ed i 1500-1800 metri. Lo si trova nell'Appennino bolognese, modenese e reggiano, come pure nelle provincie di Lucca e Pistoia situati in zone limitrofe nell'alto Appennino. “Piccolo mirto”, come suggerisce il nome, il “mirtillo” venne chiamato così per la somiglianza al suo più famoso parente mediterraneo. Gli antichi romani lo chiamarono Vaccinium, derivando probabilmente la parola dal greco arcaico che significava 'giacinto a fiore blu'. Se occorre aspettare le moderne strumentazioni di analisi per ritrovare un massiccio impiego medico e fitocosmetico del Mirtillo Nero – le cui bacche sono ricche di acidi organici, tannini, pectine e antociani – le proprietà astringenti e disinfettanti avevano già reso celebre l'arbusto, che era apprezzato anche per le foglie. Nel medioevo, un cuscino di foglie di mirtillo era proposto come ottimo rimedio contro le emorroidi. Ma la caratteristica forse più nota del Mirtillo Nero è la sua capacità di aguzzare la vista, soprattutto al buio. Se ne sono accorti, durante la seconda guerra mondiale, i piloti della RAF: grazie a robuste dosi di pane e confettura ai mirtilli le loro incursioni aeree notturne diventavano sempre più precise e micidiali.

Ulteriori informazioni al link:
http://www.edizioniartestampa.com/scheda&id=400

 Tra breve in uscita il libro edito da Artestampa, con i trasformatori e i ristoratori che lavorano il piccolo frutto modenese.


IL GNOCCO FRITTO DILAGA AL VINITALY



Al Vinitaly 2016 Gnocco fritto in quantità e specialità modenesi. 
Ecco come è andata, al link:
http://www.lucabonacini.it/2016/04/lambrusco-e-gnocco-fritto-al-vinitaly/

LA SVIZZERA SCOPRE IL GNOCCO FRITTO

  


E’ proprio una cucina che piace quella modenese, e sempre più spesso ne da conto la stampa internazionale. Anche nei giorni scorsi, una troupe della Televisione Svizzera Italiana era in giro per Modena. Non per visitare il Duomo romanico, non per ammirare la Bibbia del Borso d'Este, il Palazzo Ducale Estense, o i musei Ferrari, ma bensì per scoprire il gnocco fritto e i suoi segreti. Un argomento decisamente scottante, la visita di una decina di locali che ogni giorno preparano con dedizione il celeberrimo cibo modenese, oggetto di una corposa puntata andata in onda non a caso martedì grasso. La Modena più vera, quella della colazione a base di gnocco fritto e cappuccino; quella della trattoria dove mangiare in allegria gnocco, crescentine e affettati; ma anche quella della tradizione culinaria modenese in cui il gnocco è l’apripista verso i piatti della memoria. Come si prepara il gnocco fritto? Da dove arriva questo cibo? Quali sono i segreti di questa straordinaria pietanza a cui nessuno riesce a resistere? Quesiti topici che hanno impegnato la giornalista Sara Galeazzi della Televisione Svizzera Italiana durante le interviste ai ristoratori e ai baristi, segnalati dalla Confraternita del Gnocco d’Oro. Ecco allora il ristorante Antica Moka, “Gnocco d'Oro 2013”, di Anna Maria Barbieri e Sandro Fazio


una scuola del ventennio elegantemente ristrutturata, dove si fermò il comico Benigni, e dato che la cucina era già chiusa, saltò letteralmente in braccio ad Annamaria Barbieri, per convincerla a cucinare per lui. Si prosegue con l’Hosteria Giusti, attigua alla più antica salumeria d'Europa, aperta nel 1605. Laura Morandi, Ambasciatrice della Confraternita del Gnocco d'Oro 2013, ne conduce le sorti insieme ai figli Cecilia e Matteo, preparando un buonissimo gnocco, e dedicandosi a una cucina modenese impeccabile e vera. 




Ma il gnocco a Modena è anche colazione e spuntini ed ecco il Bar Pasticceria Dondi, aperta nel 1955 da Franco Dondi, da alcuni anni gestita con successo da Debora e Severino Valisi, con l’ausilio di Luca Gabrielli in laboratorio. Ricette storiche e rivisitate dei dolci tipici modenesi. Cannolo alla crema da premio Nobel e gnocco fritto straordinario, premiato “Gnocco d’Argento 2013”. 





E per finire il Risto Bar Via Taglio 12, di Roberto Moncata, una gestione giovane, frizzante, e piena di iniziative, a pochi passi dall’Accademia, che offre anche proposte vegetariane da abbinare al gnocco fritto. Premiato “Gnocco di Bronzo 2013”.




di Luca Bonacini 
febbraio 2016